Modi di dire
Una lista in continuo aggiornamento
di modi di dire di ogni parte della sicilia
Una lista in continuo aggiornamento
di modi di dire di ogni parte della sicilia
Siciliano | Italiano |
---|---|
A maravigghia appigghia | (Ciò che ti meraviglia può anche capitare a te) |
A niatri u pitittu n'ha fattu sempri acitu | (Da sempre a noi la fame fa acido. Un modo per esorcizzare con ironia i periodi bui in cui si soffriva la fame) |
A pecura avi a nasciri e u ficatu l'arrustemu! | (La pecora deve ancora nascere e già abbiamo arrostito il fegato. Non si fanno le cose prima del giusto tempo) |
A pocu cchiù ammancu | (Pressappoco) |
A spìzzica e muddica | (Trad: a pizzichi e mollica - azione esasperatamente lenta) |
A squagghiata ra muddura | (Quando la rugiada si scioglie, quindi all'alba. Si usa per intendere di aver fatto molto tardi) |
A suli e sirenu | (Lett. Al sole e alla rugiada. Si usa per indicare oggetti o veicoli che rimangono all'aperto, esposti alle intemperie, che quindi possono rovinarsi) |
A ti viu e un ti viu | (Trad: a ti vedo e non ti vedo, per qualcosa che appare e scompare, che si intravede soltanto. Atteggiamento defilato) |
A trasi e nesci | (Trad: ad entra ed esce; dicesi di discorso fra il dire e il non dire) |
A Turri Ignì carìo n'ovu e a Maronna morsi n'omu | (A Torre di Ligny è caduto un uovo e alla [Chiesa della] Madonna è morto un uomo. Il passaparola tra le persone spesso stravolge ciò che è successo. Vengono presi come punti di riferimento Torre di Ligny e la Chiesa della Madonna perchè sono punti distanti l'uno dall'altra, nella città di Trapani) |
Abbonebbonè morsi riccu! | (Chi si contenta gode, ma anche chi risparmia in eccesso rischia di non godere delle proprie cose che andranno vanificate alla sua morte) |
Acqua davanti e ventu darrè | (Trad: Acqua davanti e vento dietro, sarcastico invito a chi infastidisce e si desidera far andare via - a volte accompagnato da "E sapuni sutta i scarpi" - e sapone sotto le scarpe, in modo da farlo scivolar via più velocemente) |
Agghiorna e scura e su bintiquattruri | (Sorge il sole e tramonta, e sono passate 24 ore) |
Agneddu e sucu e finiu u vattiu | (È un modo per indicare che le feste religiose,come il battesimo, sono mirate in modo principale al banchetto che lo segue (agnello e sugo) |
Aju opi e mi l'accattu | (Lett: ho vope e me le compro, quando uno vuole sempre più di un qualcosa) |
Allargati du batteddu chi a virnici è frisca! | (Allontanati dal battello che la vernice è fresca. Non toccare!) |
All'urvisca | (Alla cieca) |
Annarisinni (o irisinni) a' cappeddara | (Andarsene senza salutare) |
Arripigghiati ca inculu a pigghi | (Riprenditi che tanto ti deprimerai nuovamente) |
Ascippa e chianta | (Togli e metti, per persona che ripete sempre la stessa cosa) |
Attacca u sceccu unni voli u patruni | (Attacca l'asino dove vuole il padrone, significa fai quello che ti viene ordinato) |
Attaccari a murra | (Usato nel siracusano. Si dice di quando si viene in un certo senso presi in giro, quando si diventa oggetto di scherno. La murra era un gioco, probabilmente durante il quale si veniva a creare una situazione tale da prendere in giro il giocatore ignaro di esserlo.. Perché il senso di questo modo di dire è proprio questo: un gruppo di persone che in un momento di gioco prendono di mira qualcuno presente facendo battute o allusioni sul proprio conto, prendendosi "gioco di lui" appunto) |
Aviri di cenniri e munnari | (Non sapere cosa fare prima - apprestarsi ad affrontare impegni difficili) |
Aviri la cammisa cacata | (Lett. "Avere la camicia sporca di cacca". Modo di dire che indica qualcuno che ha la coscienza sporca, un po come dire "avere la coda di paglia", che nasce dal un racconto di un tale che, in mancanza di adatti mezzi, dopo aver espletato i suoi bisogni, si pulì con la camicia) |
Aviri l'occhi a pampinedda | (Avere un sonno cane, riuscire a fatica a tenere gli occhi aperti. Lett. "occhi a fogliolina") |
Aviri li cannarozza azzariati | (Dicesi per persona che è in grado di ingurgitare pietanze molto calde, lett. "avere la gola d'acciaio") |
Aviri lu cucci di la littra | (Sta per avere studiato) |
Aviri lu pedi cutulinu | (Si dice di persona che ama stare sempre fuori di casa, uscire o viaggiare) |
Batti pettu e caca riavuli | (Letteralmente: batte il petto e caca diavoli, detto per indicare chi ipocritamente si reca in chiesa, ma, imperterrito, compie del male) |
Beatu ddu 'nfamatu chi è nettu e 'mmaculatu | (Beato l'infame purché senza peccato) |
Biati locchi chi vittiru Pasqua | (Si diceva un tempo, beati coloro che sono arrivati vivi e felicemente alla nuova Pasqua) |
Ca semu comu a Tanci: si porti manci, si un porti un manci! | (Qua siamo come a Tangi: se porti mangi, se non porti non mangi. Tangi, frazione delle campagne di Trapani, è un posto dove si va spesso a fare scampagnate in cui ognuno porta qualcosa) |
Calari a cannedda | (Calzare a pennello, qualcosa che sembra fatta apposta) |
Capiri minchi pi lanterni | (Versione siciliana di scambiare lucciole per lanterne) |
Cari piru e carimi 'mmucca | (Lett. Cadi pera e cadimi in bocca. Per qualcuno che vuole tutto servito su un piatto d'argento. Non solo deve cadere la pera dall'albero, ma deve pure cadere direttamente in bocca!) |
Cariri a piritu | (Cascare a fagiolo) |
Cariu pampina! | (Modo di dire per indicare la situazione di un bambino che cade, cade come una foglia) |
Cci ampulia u culu | (Lett. Gli brucia il culo. Desiderio strano di voler fare qualcosa) |
C'è fudda e mala vinnita | (C'è folla e si vende male. Riferita a una situazione in genere di confusione la quale non permette di concentrarsi bene sul da farsi proprio per la numerosità di persone presenti) |
C'è lunìa | (Suonano le campane a morto. In uso a Carlentini (SR)) |
Cent'anni d'amuri, un minutu ri sdignu | (Cent'anni d'amore, un minuto di sdegno. Basta un minuto per cancellare anni di cose buone) |
Chi nicchi e nacchi? | (Cosa c'entra? Che ci azzecca?) |
Chiama l'orvu pi m'aiutari, rapi l'occhi e mi fa scantari | (Chiama il ceco per aiutarmi apre gli occhi e mi fa spaventare. Significato: quando chiami qualcuno per un aiuto e invece dell'aiuto ti dà ancora più complicazioni) |
Chioviri a zuppaviddanu | (Si dice della pioggia sottile, fine e insistente che bagna i terreni in profondità e anche... il contadino) |
Chista è a casuzza di la Grancia ccù un travagghia un mancia | (Questa è la casetta della Grancia (nome proprio); chi non lavora non mangia. Comprensibile) |
Comu ci chiovi ci sciddica o Di unni ci chiovi ci sciddica | (Trad: come gli piove gli scivola, detto per persona indifferente ad ogni avversità - anche di persona sfortunata. Anche nella forma "Di unni cci chiovi ci sciddica", riferita a persona che non manifesta,rispetto a ciò che accade intorno a lui, alcuna reazione emotiva di coinvolgimento o di interesse. Dallo stesso punto in cui la pioggia lo colpisce lì gli scivola via. Detto di persona a cui tutto scivola via senza lasciare traccia. Quindi, indolente e del tutto indifferente a quello che lo circonda, cinico, menefreghista) |
Comu visina t'ammazzu! | (Ti ammazzo come serpente. Frase usata quando si uccide un serpente. Deriva da antiche credenze secondo cui il serpente potesse essere il diavolo in persona, quindi in tale eventualità l'uccisore si mette al riparo da possibili ritorsioni del maligno) |
Cu nappi nappi de' cassateddi i Pasqua | (Il tempo di bengodi è purtroppo terminato, non tutti hanno avuto, solo i più fortunati hanno usufruito dell'abbondanza) |
Cu nun cridi 'a ma dulia nun è figghiu di Maria | (Chi non crede al mio dolore non è figlio di Maria, si narra fosse un'espressione utilizzata dalla Madonna nei confronti di chi non credeva al suo dolore) |
Cu pigghia un turcu è so' | (Letteralmente: Chi prende un turco, è suo. Chi fa prigioniero un turco lo può considerare cosa propria. In un contesto anarchico e di caos ognuno trova naturale impossessarsi di qualunque cosa si trovi nel suo cammino senza doverne rendere conto ad alcuno) |
Cu scinni scinni, cu acchiana acchiana, sunnu tutti testa di milingiana | (Chi scende scende, chi sale sale, son tutti teste di melanzana. Usato in periodo elettorale, sta ad indicare la propria insoddisfazione nei riguardi dei candidati) |
Cu zappa vivi acqua e cu futti vivi vinu | (Chi zappa beve acqua e chi fotte beve vino, si usa per descrivere una discriminazione, cioè ad esempio quando qualcuno che lavora meno guadagna di più) |
Cummari e cummareddi si cuntanu cosi beddi | (Le comari fra loro si raccontano belle cose, cioè non dicono male luna dellaltra) |
Curnutu abbiviratu | (Cornuto abbeverato. L'abbeverare le corna, come le piante, rende le dimensioni delle corna ancora maggiori) |
Di iornu unn'i vogghiu e di sira spardu l'ogghiu | (Di giorno non ne voglio e di sera consumo olio, lavorare quando è meno opportuno. Anche nella versione "U jornu scogghiu scogghiu e a sira spardu l'ogghiu") |
Donna Betta cuntrariusa metti l'acqua e addini quannu chiovi | (Donna Betta contrariosa mette l'acqua alle galline quando piove. Significato intuitivo, spirito di contraddizione) |
D'un finniolu un cuvecchiu di pipa | (Da un grande mantello appena un piccolo straccio. Imperizia nel realizzare qualcosa) |
E tirituppiti e tiritappiti | (Sta per "bla bla bla") |
Ebbero è bbirità! | (È vero che questa è una verità però A volte dire la verità può far male o può essere inopportuno) |
Essiri a "patri mi spunta!" | (Lett. essere a "padre, mi spunta!" significa essere solamente all'inizio oppure molto indietro per un lavoro da svolgere. In maniera figurata, il riferimento è all'adolescente che, riferendosi alla prima peluria sul viso, dice appunto "padre, mi spunta (la barba)!", metafora dell'essere ancora all'inizio di un qualcosa) |
Essiri a paredda supra u foco e i pisci a mari | (Lett. essere padella sul fuoco e pesci a mare, fare progetti senza fondamento) |
Essiri assittatu 'npizzu | (Lett. Essere seduto sul bordo. Significa essere in una posizione scomoda, che mette a disagio. Quindi viene usato per descrivere il comportamento di una persona disagiata, scontrosa, a volte in modo esagerato, quasi come se fosse stata vittima di un torto) |
Essiri comu u scarvacchiu 'na stuppa | (Detto per una persona che non riesce ad uscire da una brutta situazione pur impegnandosi molto) |
Essiri cu la testa rintra a sacchina | (Stare con la testa nel sacco come i cavalli, indica il non pensare ad altro che al cibo) |
Essiri di lumpa | (Essere cretino, da "Lumpa", durante la seconda guerra mondiale, plotone di mercenari che controllavano i cittadini. Assoldati dal regime fascista, erano molto spesso gente sempliciotta, a volte anche stupida) |
Essiri friscu e tennaru | (Essere fresco e tenero. Fregarsene di tutto e di tutti) |
Essiri 'mpastatu cu sonnu | (Essere impastato col sonno, per una persona dalla solita sonnolenza) |
Essiri muzzica e un pari | (Lett: essere un "mordi e non sembra" cioè uno che è bravo a non farsi scoprire, un pò come scaccia serpi chi natichi) |
Essiri muzzicatu d'i lapuna | (Essere morso dai calabroni, si dice di chi è suscettibile) |
Essiri 'pa priessa | (Essere per la pressa, dispregiativo, si usa nel palermitano) |
Essiri Pepè Alì | (Metafora per indicare di essere ricchi. In uso nel trapanese) |
Essiri scaccia serpi chi natichi | (Per persona che compie azioni poco simpatiche di nascosto, con indifferenza, dissimulandole elegantemente) |
Essiri tuttu chiacchiari e tabbaccheri di lignu | (Detto per persona che parla molto ma non conclude niente) |
Essiri tuttu giacca e pirita | (Lett. Essere tutto giacca e peti, per persona che si veste come se fosse sempre domenica, sempre elegante ma cafone e maleducato) |
Essiri u lazzu cu strummalu | (Essere il laccio e la trottola, indica due persone inseparabili) |
Fai beni a porci e 'limosina ai parrini | (Tu fai del bene ai porci e solo un pò di elemosina ai sacerdoti. Sei solito far del bene a chi non lo merita (i porci) e ti limiti a fare solo un pò di elemosina a chi si prodiga per il prossimo (cioè i parrini ) |
Fari a vutata du sceccu | (Trad: fare la curva dell'asino, significa fare una curva molto larga invadendo l'altra corsia di marcia) |
Fari comu 'na nimula | (Andare avanti e indietro nervosamente come una spoletta) |
Fari comu 'na taddarita | (Fare come un pipistrello, muoversi rapidamente sbattendo qua e là) |
Fari comu u cani sutta a seggia | (Fare come il cane sotto la sedia, per indicare qualcuno che non collabora) |
Fari manici e quattari | (Fare manici e vasi, fare tutto. Si dice per una persona che vuole fare tutto da sé, se la canta e se la suona) |
Fari scumazza | (Lett. Fare schiuma. Fare confusione, riempire gli occhi con azioni o prodotti che alla fine si rivelano inconsistenti) |
Farisi u giummu comu li Turchi | (Non capire assolutamente i motivi di una situazione, neanche spremendo le meningi. Non capacitarsi di qualcosa) |
Ficimu trenta? E facemu trentunu! | (Abbiamo fatto trenta? facciamo trentuno! - Abbiamo rischiato tanto inutilmente? Tanto vale rischiare fino all'ultimo) |
Figghiu ri cacata | (Lett. Figlio di cacata. Persona astuta, fortunata e positiva, abile, sveglia, scaltra) |
Fimmini, fulmini, ricittaculu di li puci e nimici di la paci | (Donne, fulmini, ricettacolo delle pulci e nemiche della pace, forse alludendo al carattere particolare delle donne) |
Finiu a cichiri e piattini! | (È finita a tazzine e piattini, per concludere una discussione, è finita che ci è toccato lavare i piatti. Secondo una interpretazione più poetica e saggia, è una frase che si usa quando, dopo aver vissuto e affrontato un problema, un dispiacere o qualsiasi esperienza negativa, sedersi davanti a "cichiri e piattini", cioé "tazze e piattini da caffè", costituisce una consolazione perché di fatto il caffé piace a tutti e riconcilia con la vita) |
Finiu comu a festa da Santuzza, si vippiru u vinu e arruzzularu i vuttazza | (Lett. è andata a finire come la festa della Santuzza (Maria Bambina 8 settembre), quando si bevvero il vino e lasciarono cadere le botti, si usa per dire che un fatto è stato inconcludente) |
Ghiriò,ghiriò a pena è mè e u dannu è to' | (Ghiriò è una specie di invocazione ma non ha un significato specifico si usa per introdurre il detto... io mi dispiaccio (e ti avevo avvisato a cosa andavi incontro) ma alla fine sei tu che dovrai sopportare le conseguenze del tuo atto) |
I cosi longhi addiventanu serpi | (Lett. "Le cose lunghe diventano serpi", significato chiaro) |
I jurnati s'allonganu di Santa Lucia a Natali quantu un passu di cani, di Natali all'annu novu quantu un passu d'omu | (Dal giorno di Santa Lucia al giorno di Natale si nota un minimo allungamento della luce diurna, un pò di più da Natale al nuovo anno) |
Inchiappa e stuia | (Come ascippa e chianta, inconcludente) |
Io un chianciu u figghiu chi peddi, ma u patri ca si vuoli arripigghiari | (Io non piango il figlio che perde ma il padre che si vuole rifare. Dicasi di una persona dispiaciuta per un'altra che perde, ma ancor più dispiaciuta per una persona che pur perdendo continua a rischiare perché crede di potersi rifare) |
Iri ri cassaru e cassaru | (Premessa: il "cassaro" è una strada dritta senza alcuna curva o piegatura. Il detto significa quindi andare dritto per le proprie idee e la propria strada senza sotterfugi, dubbi o incertezze) |
Irisinni canni canni | (Lett. Andarsene canne canne, essere contento e soddisfatto, felice) |
Isti, vinisti e chi zuorbi facisti? | (Sei andato, sei tornato e che cosa hai combinato?) |
Ittari ammuzzu | (Buttare a caso, fare qualcosa a casaccio) |
La campagna du zu Mattè | (La campagna dello zio Matteo, frutta e ortaggi raccolti in "ignota" campagna) |
Lavari u culu ai porci | (Lavare il culo ai porci, come sopra) |
Lu patruni di lu sceccu è lu 'ncritatu | (È facile identificare nel gruppo chi ha subito il danno) |
L'ultima vara 'i Sannuminicu | (Il detto si riferisce al fatto che durante la processione del festino, nel XVIII sec., l'ultima vara , in ordine gerarchico o storico tra i fercoli era quella con la statua di San Domenico. La cosa era tanto risaputa che si tradusse in proverbio, riferita ad una persona che non giunge mai ed al suo apparire si esce in esclamazione) |
L'unghiu un si voli scippari da carni | (L'unghia non si vuole strappare dalla carne, il distacco dalle persone care è duro) |
Ma chi c'è? U pani ca tessera? | (Lett. Cosa c'è? Il pane con la tessera? Quando un luogo è affollato e devi fare parecchia fila, memori dei tempi di guerra quando il pane era razionato) |
Ma chi ci ciuciaru 'nculu e lu ficiru stranutari? | (Lett. Ma che gli hanno soffiato in culo e lo hanno fatto starnutire? Espressione utilizzata per descrivere l'atteggiamento di una persona inspiegabilmente arrabbiata con qualcuno apparentemente senza un valido motivo. Come se, appunto, quel qualcuno gli avesse fatto uno scherzetto) |
Mamma, Ciccu mi tocca! Toccami Ciccu! Chi a mamma un c'è! | (Detto di persona che compie qualcosa con complicità e poi denuncia il complice per giustificarsi, la donna non è così santa come sembra) |
Mangiarisilla squarata | (Mangiarsi - la pasta - scondita. Dover accettare per forza, obbligatoriamente senza possibilità di fare altrimenti, una cosa spiacevole) |
Merda nfacci a cu lava linzola | (Merda in faccia a chi lava le lenzuola, i meriti molto spesso non sono riconosciuti) |
Mettiri a cruci e nuci | (Lett. Mettere a croce e noce, mettere un punto fermo) |
Mi sbiddianu l'occhi | (Mi brillano gli occhi per la felicità) |
Mi sentu cacòccila | (Lett. Mi sento carciofo. Usato a Giarre per indicare qualcuno che si sente molto importante) |
Mmurdi bonu e va cantannu | (Serra bene le corde e vai cantando, chi fa bene una cosa dopo può stare tranquillo) |
Moviti ddocu! | (Stai fermo lì, che è il contrario di quello che si potrebbe pensare, dato che letteralmente significa "Muoviti lì!", oppure anche "Mòviti fermu!") |
'Mpasta moddu e 'mpiccica duru... | (Di persona che è dolce nel parlare, ma che in effetti è tagliente... insomma come dire lingua biforcuta) |
Mu lassanu i morti? | (Lett. Me lo lasciano i morti? L'espressione trae origine, nel Catanese, dalla consuetudine di festeggiare la ricorrenza dei defunti facendo trovare ai bambini regali che si fa credere loro vengano dai nonni o da parenti defunti e sta ad indicare il fastidio o l'insofferenza dovuta al trovarsi davanti un personaggio urtante di cui si fa fatica a liberarsi) |
'Ncapu favi, minnulicchi | (Come sopra) |
Nespuli non ni munnu | (Lett. Non sbuccio le nespole. Di una persona che non perde tempo in cose che implicano una spesa di tempo inutile. Ma anche di una persona che in una contesa o in un conflitto va subito alle vie di fatto e può addirittura assalire o picchiare il malcapitato) |
Nisciu u quarararu! | (È uscito colui che aggiusta le pentole! Si dice quando qualcuno che non esce mai lo fa e gli accade qualcosa di male) |
Non è c'amu a ffari comu 'Nzulu e Nardina? | ('Nzulu e Nardina, celebre coppia partannese, famosa disgraziatamente per la loro disabilità cognitiva e sociale. Però conosciuti e comunque voluti bene. Avevano però l'abitudine che quando uscivano per andare da qualche parte insieme, Nardina precedeva almeno di una ventina di passi 'Nzulu... quasi trascinandolo) |
Non si cci po' diri cchi ssu beddi ss'occhi | (Lett. Non gli si può dire come sono belli questi occhi. Espressione usata per indicare l'atteggiamento di permalosità, suscettibilità e facile irritabilità di chi non tollera critiche o rilievi sul proprio comportamento. |
Nun mi cuntari li tri jorna du fistinu | (Non raccontarmi i 3 giorni del festino, ovvero: non mi raccontare frottole o cose che già conosco!) |
N'un miriri e sbiriri | (In un attimo. Scritto anche "n'un viriri e sviriri") |
O bozzu o chiaia | (Trad: o bernoccolo o piaga. Scelta senza speranza) |
O ti cachi 'o ti pisci a ffari u Cristu 'ncruci finu ca annivisci | (Il detto vuole dire che qualunque cosa un uomo stia facendo deve portarla a termine anche se si presentano imprevisti. Si narra che questo detto è nato durante una Via Crucis vivente, quando, all'attore che immedesimava la parte di Gesù, durante la crocifissione gli sia venuto un attacco di diarrea e il centurione, sotto voce, gli disse le parole del precedente detto citato) |
O unci o svunci cacciarato a Lonci sempri a gghiri! | (È inutile che ti arrabbi, se si deve fare una cosa va fatta, trae origine dal nome di un carcere nei pressi di Messina) |
Orva di l'occhi! | (Letteralmente: cieca. Sta per "che io possa accecare" se non dico il vero) |
Pani ruru e cuteddu chi un tagghia | (Letteralmente: pane duro e coltello che non taglia. Usato per indicare due persone che non sanno niente, si mettono insieme e non si conclude nulla) |
Parlari tiski-toski | (Parlare un italiano forbito e senza inflessioni dialettali. Viene comunque detto con sarcasmo nei confronti di un siculo che scimmiotta la cadenza verbale dei "Continentali", perché in realtà il siciliano, a differenza dei settentrionali, non tiene in grande considerazione la propria lingua, nonostante la secolare storia dell'idioma siciliano) |
Pigghiari a via di l'acitu | (Lett. "Prendere la via dell'aceto" , cominciare a guastarsi, specie per qualcuno che peggiora nel suo comportamento) |
Piglia latinu! | (Nel nisseno si usa per dire "Vai dritto!") |
Pistari l'acqua 'nu murtaru | (Pestare l'acqua nel mortaio, perdere tempo) |
Ppi chiddu ci vulissi a zotta | (Lett. Per quello ci vorrebbe la frusta. Indirizzata a chi meriterebbe una severa lezione) |
P'un curnutu, un curnutu e mmezzu | (Per un cornuto, un cornuto e mezzo. Quando qualcuno si comporta male con me, io mi comporto ancora peggio con lui. Ti faccio vedere io!) |
Purtari chiummu | (Trad: portare piombo, significa portare sfortuna) |
Puru Rosetta voli jucari a zicchinetta | (Anche Rosetta vuole giocare a Zecchinetta, gioco di carte riservato agli uomini. Si usa per indicare le donne che vogliono fare la parte dell'uomo) |
Quannu chiove semmo in chiazza, quannu 'un chive sta minchia nura | (Detto popolare) |
Riri, riri, chi a mia mi ririnu | (Ridi, ridi, che a me ridono, sottinteso le scarpe o i cogl....) |
Santu ca non sura | (Santo che non suda, si dice per chi è tirchio) |
Sapiri unni dormi u lebbru | (Sapere dove dorme la lepre, venire in possesso di informazioni importanti) |
Sciatere è matri, e vogghiu diri! Oppure Sciatira mmatira Oppure Sciatiri e matiri oppure Sciatula Ammatula | (Praticamente intraducibile in italiano, utilizzato soprattutto come esclamazione davanti ad un fatto, un evento che appare incredibile e che, pure, si è realmente verificato. L'origine, come già detto, è oscura, ma sembra che una bellissima principessa araba, di nome Shater (o simile), fosse vittima della terribile gelosia del padre che la teneva chiusa nelle sue stanze, guardata a vista affinchè non avesse contatti con nessun esponente del sesso maschile, e ciò nonostante, pare abbia, ad un certo punto, partorito un bel bambino. Un'altra ipotesi sull'origine è una radice araba, poichè una espressione simile si trova anche nell'isola di Malta e significa "Che prodigio si vede!". Altra possibile origine, dal greco antico "s?t?? ?a? µ?t?? / pronuncia = soter kai meter" che significa "Salvatore e Madre", come il tipico "Gesummaria!" siciliano). Viene usato in alcune zone del siracusano per dire "ma cosa stai dicendo, non è vero assolutamente quello che hai detto". |
Scinni di puppa e acchiana di prua | (Come dire esce dalla porta e entra dalla finestra. Di chi sa abilmente destreggiarsi) |
Senza duluri soi, ascippa moli | (Senza soffrire egli stesso, strappa denti) |
Setti misi panni stisi | (Sette mesi panni stesi, si riferisce alla gravidanza, a 7 mesi tutto deve essere pronto, dal corredino del bimbo all'abbigliamento della mamma) |
Si avissi pignatedda, ogghiu e sali facissi pani cottu si avissi pani | (Se avessi pentolino, olio e sale farei pane cotto, se avessi il pane. Manca tutto!) |
Si l'occhiu un mi travia viu un cuinnutu mmezzu a via! | (Se l'occhio non mi inganna vedo un cornuto per la strada. Detto per offendere una persona dicendogli cornuto) |
Si vitti u cori! | (Si è visto il cuore! Può essere sia un'espressione di ringraziamento per un'azione tentata ma non riuscita del tutto, (es.: "nenti,si visti u cori".. come a dire: "non fa niente,grazie lo stesso"). Oppure può essere un'espressione di disappunto per un'azione attesa ma non eseguita per scarsa volontà (esemp. "bonu ah! si visti u cori! come a dire: "va bè va, se aspetto a te sto fresco!) |
Spacca e lassa | (Spacca e lascia, di una persona che a parole dice di saper e poter fare di tutto, ma alla prova dei fatti si sottrae e fugge. Es: Chistu è uno di chiddi spacca e lassa) |
Spaccari u vugghiu | (Lett. Spaccare il bollire. Dell'acqua della pentola appena inizia a bollire) |
Spara a cu visti e 'nzetti a cu non visti | (Pensi di colpire un bersaglio voluto e invece ne colpisci un altro) |
Spassu di strata e triulu di casa | (Allegro fuori e piagnucolone a casa: dicesi di persona che è contento solo fuori casa e con i familiari non fa altro che compiangersi) |
Stari a ranucchiuni | (Un gruppetto di persone) |
Supra papuli, canfugghia | (Di male in peggio, dalla padella alla brace) |
Tantu paga Cappiddazzu! | (Modo ironico usato nel trapanese per indicare che alla fine è sempre la stessa persona a pagare e gli altri non se ne curano. "E io pago") |
Tantu va a quartara all'acqua fino a quanno nun si rumpi | (Rischiando continuamente prima o poi si va nei guai) |
Ti manciasti lu sceccu e ti cunfunni pi la cura | (Ti sei mangiato l'asino e ti stai confondendo per la coda. Si usa generalmente in riferimento alla parte finale di un lavoro spesso difficile da concludere) |
Tirari u sceccu pa cura | (Lett. Tirare l'asino per la coda, fare le cose al contrario) |
Trasi e lassa fora i scarpi! | (Entra e lascia fuori le scarpe, non portare a casa cose sporche, anche pettegolezzi) |
Tri pila avi u porcu, u porcu avi tri pila | (3 peli ha il porco, il porco ha 3 peli, quando la situazione, o la discussione, non si evolve e rimane sempre la stessa) |
Tringuli minguli | (Per oggetti molto mal ridotti) |
Tu si precisu? Sì, come u raloggiu ra 'Mmaculata! | (L'orologio della chiesa dell'Immacolata (Ortigia, Siracusa), non ha mai funzionato e allora a chi si vantava di sentirsi una persona precisa e puntuale, si ribatteva con questo detto, prettamente siracusano) |
Turiddu, cumanna a chiddu! | (Lett. Salvatore, comanda a quello! La situazione dello scaricabarile) |
Tutt'è bbonu e binirittu | (Trad: tutto è buono e benedetto, augurio tipico siciliano) |
Tuttu ccà mi luci a fera | (Posseggo solo questa cosa di valore, è l'unica cosa bella che ho, è la cosa in cui ripongo tutto il mio orgoglio) |
U carcaciuato sutta e a carcaciota supra | (Il tripode sotto e la pentola sopra) |
U carvuni s'un tingi mascaria | (Il carbone se non colora sporca, come il lupo perde il pelo ma non il vizio) |
U cielu l'ittau e a terra l'apparau! | (Detto per persona imperturbabile che non reagisce) |
U cravunchiu supra a vaddara | (Come papuli canfugghia, il foruncolo sopra l'ernia, di male in peggio) |
U curnutu o sò paisi, u fissa unni va va | (Cornuto al suo paese, fesso dovunque va, per una persona che si fa sempre riconoscere) |
U pilu sinn'iu a terravecchia e s'u manciau a vecchia | (Lett. il pelo se n'è andato a Terravecchia e se l'è mangiato la vecchia, filastrocca usata ad Augusta, nel siracusano, dai bambini per sugellare definitivamente lo scambio di giocattoli, Terravecchia era il quartiere più lontano della città) |
U pitrusinu era beddu: vinni a iatta e ci pisciò. | (Il prezzemolo era già messo male e un gatto ha completato l'opera facendovi la pipì (in questo caso beddu viene considerato con significato opposto!). Piove sul bagnato) |
U porcu sempri jannari si sonna | (Il maiale sogna sempre ghiande. Per qualcuno che dice e fa sempre le stesse, inutili cose. Per chi non riesce ad uscire dalla propria routine quotidiana) |
'U puci avi 'a tussi! | (La pulce ha la tosse. Il detto viene utilizzato per stroncare ironicamente il contraddittorio dialettico di qualcuno che si ritiene non conti nulla, cioè il cui dire, appunto, fa lo stesso rumore (certamente inudibile) che farebbe una pulce con la sua tosse) |
U sceccu i porta e u sceccu s'i mangia! | (L'asino li porta e l'asino se li mangia. Si dice quando qualcuno porta qualcosa (può essere, ad esempio ma non necessariamente, una pietanza che si porta a casa di amici) e poi si finisce per mangiarla o usarla egli stesso) |
U stissu c'iu rissi 'u cabbunaru | (Tutto è uguale lo dice solamente il carbonaio. Per costui un pezzo di carbone vale l'altro. Questa frase viene usata quando si vuole sottolineare una differenza tra situazioni, persone o cose in contrapposizione a chi vuole appiattire banalizzare o omologare) |
Un mi tuccari ca mi scozzulu | (Dicesi di una persona delicata sulle sue, snob) |
Un mi tuccari chi mi lassu | (Detto per qualcosa che è in bilico, ma anche più riferito a persona debole fisicamente o caratterialmente) |
Un occhiu a Cristu e l'autru a San Giuvanni Battista | (Una persona che cerca di tenere d'occhio due cose contemporaneamente) |
Unn'è muru pi Alcamu | (Trad: non è muro per Alcamo, significa "non è cosa possibile") |
Unn'è santu chi sura | (Lett: non è santo che suda. Qualcuno che cerca sempre una nuova scusa per non farti un favore. Avaro) |
Unni c'è campani c'è buttani | (Senza commento!) |
Unu comu u culu | (Durante un discorso, per indicare una cosa unica) |
Urvica morti e spusa ziti | (Seppellisce morti e celebra matrimoni, dovrebbe essere il prete, ma in senso metaforico chi è presente in ogni occasione) |
Utannu a Culummara, addiu casalicchiara! | (Oltrepassando la Colombaia, addio gente di Casalicchio, donna amata, famiglia. La Colombaia è un isolotto all'imbocco del porto di Trapani, Casalicchio un antico quartiere della stessa città. Concretamente, indica che allontanandosi ci si scorda dei propri doveri. Anche: luntanu di l'occhi luntanu du cori) |
Va a cacari e lavati u culu a mari | (Vai a cacare e lavati il culo a mare, mandare a quel paese con tutto il cuore) |
Va caca o scuru! | (Offensivo: vai a cacare al buio) |
Va cercaci i puci a to soro! | (Letteralmente, vai a cercare le pulci a tua sorella. Un modo per dire levati di torno e non rompere) |
Va eccati! | (Vai a buttarti! Per dire: "Sei un buono a nulla!" Usato anche come "Va ettalo" riferito a qualcuno/qualcosa di cui si sta parlando) |
Va trova stu lestu! | (Vai a raccapezzarti. Probabilmente dal gergo marinaresco: il "lestu" era una sorta di appiglio, ancora sottomarina, a cui si attaccavano le barche in sosta e che spesso era difficile da trovare perché sotto il pelo dell'acqua) |
Vacchi vannu e vacchi vennu | (Per indicare la stabilità della situazione) |
Vai circannu scecchi morti pi livarici i ferri | (Cerchi asini morti per toglier loro i ferri. Sono quelle classiche persone che cercano guai) |
Vanni pisa e Lorenzu abbannia | (Lett: Giovanni pesa e Lorenzo urla, sta per persone inconcludenti che fanno in coppia quanto potrebbero fare più convenientemente per conto proprio. Sta anche per persone che si perdono inutilmente in chiacchiere) |
Vidirisilla i lastricu | (Si indica la possibilità di essere testimone di un fatto, più o meno importante, senza essere direttamente coinvolti o comunque senza subirne le conseguenze. Pare che l'origine sia legata alla possibilità di osservare le frequenti liti che scoppiavano nei quartieri popolari dalle terrazze dei palazzi, lastricate di mattonelle di ceramica (dal greco ostrakòn), e quindi di potersele godere dall'alto, senza esserne coinvolti direttamente) |
Viriri a carta malapigghiata | (Vedere una situazione che sta cominciando a diventare pericolosa, scomoda, una situazione in cui potrebbero fare del male o fregare) |
Zappa all'acqua e simina ô ventu | (Lett. Zappa quando piove e semina al vento, fare operazioni inutili, insistere inutilmente) |
Zeru e bbazzeru un cantaro è 25 | (Se zero è uguale a zero, un cantaro (antica unità di misura dell'olio) è 25 Kg) |
Zuccaro e cannadda fanno a vucca biadda |
Entra anche tu a far parte del mondo di SalviamoilSiciliano!
Mandaci tutte le espressioni dialettali che usi, le parole particolari che si dicono anche solo nella tua città, i proverbi che magari hai sentito dire ai tuoi nonni con relativa traduzione. E da oggi potete inviarci le commedie in dialetto siciliano scritte da voi e anche poesie, preghiere e quant’altro vogliate per rendere un servizio alla nostra lingua siciliana!
Arricchita la sezione delle poesie con un brano dedicato a Franco Battiato
20 anni! Tanti auguri Salviamo il Siciliano!
Questo sito utilizza i cookie. Continuando a navigare nel sito, accetti il nostro utilizzo dei cookie.
OKLeggi di piùPotremmo richiedere che i cookie siano attivi sul tuo dispositivo. Utilizziamo i cookie per farci sapere quando visitate i nostri siti web, come interagite con noi, per arricchire la vostra esperienza utente e per personalizzare il vostro rapporto con il nostro sito web.
Clicca sulle diverse rubriche delle categorie per saperne di più. Puoi anche modificare alcune delle tue preferenze. Tieni presente che il blocco di alcuni tipi di cookie potrebbe influire sulla tua esperienza sui nostri siti Web e sui servizi che siamo in grado di offrire.
Questi cookie sono strettamente necessari per fornirti i servizi disponibili attraverso il nostro sito web e per utilizzare alcune delle sue funzionalità.
Poiché questi cookie sono strettamente necessari per la fruizione del sito web, non è possibile rifiutarli senza influire sul funzionamento del nostro sito. È possibile bloccarli o eliminarli modificando le impostazioni del browser e imporre il blocco di tutti i cookie su questo sito web.
Questi cookie raccolgono informazioni che vengono utilizzate in forma aggregata per aiutarci a capire come viene utilizzato il nostro sito web o l'efficacia delle nostre campagne di marketing o per aiutarci a personalizzare il nostro sito web e la vostra applicazione al fine di migliorare la vostra esperienza.
Se non vuoi che monitoriamo le tue visite sul nostro sito puoi disabilitare il monitoraggio nel tuo browser qui:
Usiamo anche diversi servizi esterni come Google Webfonts, Google Maps e fornitori di video esterni. Poiché questi fornitori possono raccogliere dati personali come il tuo indirizzo IP, ti consentiamo di bloccarli qui. Si prega di essere consapevoli del fatto che questo potrebbe ridurre pesantemente la funzionalità e l'aspetto del nostro sito. Le modifiche avranno effetto una volta ricaricata la pagina.
Impostazioni per Google Webfont:
Impostazioni per Google Maps:
Vimeo and YouTube video embeds:
Privacy
TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI
(Privacy policy ai sensi dell’art. 13 del d.lgs. 196/2003)
La informiamo che i dati che fornirà al gestore del presente sito al momento della compilazione del “form contatti” (detto anche form mail) del sito stesso, saranno trattati nel rispetto delle disposizioni di cui al d.lgs. 196/2003, Codice in materia di protezione dei dati personali.
Il form contatti messo a disposizione sul sito ha il solo scopo di consentire ai visitatori del sito di contattare, qualora lo desiderino, il gestore del sito stesso, inviando tramite il suddetto form una email al gestore.
La presente informativa riguarda i dati personali inviati dall’utente visitatore al momento della compilazione del form contatti.
La informiamo del fatto che i dati che conferirà volontariamente tramite il form verranno tramutati in una email che eventualmente potrà essere conservata all’interno del sistema di ricezione di email utilizzato dal titolare del sito.
Questi dati non verranno registrati su altri supporti o dispositivi, nè verranno registrati altri dati derivanti dalla sua navigazione sul sito.
1. FINALITÀ DEL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI
Le finalità del trattamento dei suoi dati sono le seguenti:
I dati da lei inviati verranno utilizzati al solo scopo di poter aggiornare il sito ed inserire il suo nome nella pagina dei ringraziamenti ed inserire il suo indirizzo mail nella newsletter per ricevere aggiornamenti di inserimento di nuove parole nel nostro sito.
2. NATURA DEI DATI TRATTATI E MODALITÀ DEL TRATTAMENTO
a. I dati personali trattati saranno esclusivamente i dati comuni strettamente necessari e pertinenti alle finalità di cui al punto 1 che precede.
b. Il trattamento dei dati personali conferiti è realizzato per mezzo delle operazioni o del complesso delle operazioni indicate all’art. 4 comma 1 lett. a) D. Lgs. 196/2003.
c. Il trattamento è svolto direttamente dall’organizzazione del titolare.
3. NATURA DEL CONFERIMENTO E CONSEGUENZE DEL RIFIUTO
Non vi é alcun obbligato a conferire al gestore del presente sito i dati personali richiesti nel form contatti.
Il conferimento dei dati tramite form contatti è facoltativo.
Tuttavia il rifiuto al conferimento per le finalità di cui all’art. 1 determinerà l’impossibilità di contattare il gestore del sito web tramite il form contatti messo a disposizione sul sito.
4. TITOLARE DEL TRATTAMENTO
I dati personali raccolti mediante il form contatti saranno inviati via email al gestore del presente sito web, che sarà titolare del trattamento.
5. DIRITTI DELL’INTERESSATO
In ogni momento potrà esercitare i diritti a lei attribuiti dall’art, 7 del d.lgs. 196/2003 che riportiamo qui di seguito, scrivendo al gestore del presente sito web tramite il form contatti.
Art. 7. del d.lgs. 196/2003
Diritto di accesso ai dati personali ed altri diritti
1. L’interessato ha diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali che lo riguardano, anche se non ancora registrati, e la loro comunicazione in forma intelligibile.
2. L’interessato ha diritto di ottenere l’indicazione:
a) dell’origine dei dati personali;
b) delle finalità e modalità del trattamento;
c) della logica applicata in caso di trattamento effettuato con l’ausilio di strumenti elettronici;
d) degli estremi identificativi del titolare, dei responsabili e del rappresentante designato ai sensi dell’articolo 5, comma 2;
e) dei soggetti o delle categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di rappresentante designato nel territorio dello Stato, di responsabili o incaricati.
3. L’interessato ha diritto di ottenere:
a) l’aggiornamento, la rettificazione ovvero, quando vi ha interesse, l’integrazione dei dati;
b) la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, compresi quelli di cui non è necessaria la conservazione in relazione agli scopi per i quali i dati sono stati raccolti o successivamente trattati;
c) l’attestazione che le operazioni di cui alle lettere a) e b) sono state portate a conoscenza, anche per quanto riguarda il loro contenuto, di coloro ai quali i dati sono stati comunicati o diffusi, eccettuato il caso in cui tale adempimento si rivela impossibile o comporta un impiego di mezzi manifestamente sproporzionato rispetto al diritto tutelato.
4. L’interessato ha diritto di opporsi, in tutto o in parte:
a) per motivi legittimi al trattamento dei dati personali che lo riguardano, oltre che pertinenti allo scopo della raccolta;
b) al trattamento di dati personali che lo riguardano a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale.
6. DURATA DEL TRATTAMENTO
Il trattamento avrà una durata non superiore a quella necessaria alle finalità per le quali i dati sono stati raccolti.